Binari, il dominio delle Fal e la succube debolezza di Matera

4 Ottobre 2023

Era e rimane una promessa messianica, suona più o meno così: da Matera a Bari, e viceversa, in 58 minuti. Dice niente questa pia aspirazione? Quante volte l’abbiamo sentita ripetere negli anni trascorsi in compagnia, si fa per dire, delle Fal? Sì, proprio i treni delle linee ferroviarie a scartamento ridotto Appulo Lucani. I decibel degli annunci, puntualmente a vuoto, hanno superato alla grande la barriera del suono. E, nonostante il cospicuo investimento, non saranno certamente i nuovi locomotori a batteria a dare velocità a quel collegamento che tra Matera e dintorni è percepito alla stregua di una vaga profezia.

Cosa dice per grandi linee il nuovo progetto? Parla del miglioramento dell’accessibilità diretta alla città e della decarbonizzazione del tratto Altamura – Matera e viceversa. E poi? Si cambia? L’investimento complessivo previsto è di circa 64 milioni di euro divisi in materiale rotabile, vale a dire cinque automotrici a batteria a due casse per 45 milioni, del costo di 9 milioni di euro l’una, (a regime i convogli saranno addirittura 7), più la parte infrastrutturale che intercetta 19 milioni di euro. E quanto costerà il caricabatterie?

Battute a parte, altro annuncio: i lavori termineranno entro dicembre 2026, come stabilito dal PNNR. Il passaggio successivo riguarderà il fantomatico prolungamento dell’infrastruttura sino all’ospedale Madonna delle Grazie, privo però di ogni finanziamento e scritto a caratteri cubitali nell’empireo del chissà come e del chissà quando.
Alcune doverose perplessità. Come mai la scelta dell’acquisto di treni da 9 milioni l’uno a batteria mentre altrove l’orientamento, meno costoso in prospettiva, è decisamente quello dell’idrogeno verde?

Sulla linea legata alla metropolitana di superficie, a Matera come li facciamo viaggiare questi treni? Forse a rotazione, anche perché al momento il binario è unico e gli incroci potranno avvenire solo alla stazione di Villa Longo e di Matera Sud (Lanera), oltre che al deposito di Serra Rifusa. L’intervento annunciato alla stazione di Venusio per il raddoppio selettivo, tra l’altro, è in essere dal 2019, ma del completamento delle opere se ne è persa ogni memoria.

Altra questione, cruciale, riguarda l’intervento costato 7 milioni di euro alla stazione di Matera Centrale. La ragione è semplice e disarmante al contempo, anche qui ha comportato la soppressione di un binario, per cui in quella stazione non è possibile l’incrocio dei convogli.
Ultima, ma non per importanza, la vicenda economica. A Matera possiamo contare davvero su un’utenza in grado di sostenere i costi di esercizio di una metropolitana di superficie da Lanera a Serra Rifusa? Vuoi vedere che si sta pensando di accollare alle già provate casse comunali il costo di questo ennesimo capitolo dei trasporti su ferro che dalla fine dell’Ottocento vede protagonista incontrastato il dominio delle Fal?

Come mai, per concludere, l’ente locale è letteralmente marginalizzato da processi così impegnativi? Poco autorevole? Si spera vivamente che la questione venga affrontata nella commissione consiliare competente e nella massima assemblea cittadina, oltre che pubblicamente. Intanto, il collegamento alla rete ferroviaria nazionale, Matera-Gioia del Colle, approvato all’unanimità in Consiglio comunale, può attendere, rimane purtroppo lontano all’orizzonte quale triste futuro che si presenta da decenni a mani vuote.

Pasquale Doria
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