Ambiente

Il senso ultimo di uno sviluppo che sia sostenibile, e al contempo inclusivo, punta a un miglioramento delle condizioni ambientali finalizzato a produrre opportunità, ricchezza economica e capitale sociale.

Significa che l’ambiente non è inteso come un limite allo sviluppo, piuttosto diventa volano di uno sviluppo non ostile. Questo modo di procedere comporta un impegno sociale collettivo e che può essere attuato solamente tramite una efficace regolamentazione e mediante un preciso intervento pubblico, che siano definiti anche nel confronto con i cittadini.

Acqua

Matera è stata per migliaia di anni un luogo eletto per la vita dell’uomo per via della presenza dell’acqua in particolare della Gravina e delle numerose sorgenti presenti sulle colline dove ora è si sviluppa la città nuova.

L’acqua è stato l’elemento cruciale per lo sviluppo di tutte le civiltà, anche della loro decadenza.

Matera non fa eccezione, i primi insediamenti umani si sono sviluppati nelle vicinanze dell’acqua lungo le sponde scoscese del torrente Gravina, per poi consolidarsi sul piano proprio in concomitanza delle sorgenti che scendevano dalle colline circostanti.
Matera ha sempre avuto un legame speciale con l’acqua e una capacità unica di utilizzare questa risorsa fondamentale alla vita. La gestione dell’acqua ha permesso a Matera nei secoli di generare ricchezza e benessere.
  • Matera e la Gravina
  • Matera e la Gravina
I nostri progenitori ci hanno lasciato una città autosufficiente dal punto di vista idrico, con un sistema complesso di cisterne che dal piano verso le parti più basse degli antichi rioni, garantivano acqua potabile a tutti gli abitanti in epoche in cui in altre città, anche più blasonate della nostra, non era così scontato disporre di acqua potabile direttamente nelle case.

Nella tumultuosa e folle corse allo sviluppo ci siamo dimenticati di questo, abbiamo pensato all’acqua come a una risorsa infinita, come del resto abbiamo fatto con le altre, illudendoci di vivere in un mondo dalle risorse illimitate.

Le cisterne e le canalizzazioni sono state in larga parte distrutte o trasformate in stanze per i turisti o buone per buttarci dentro delle monetine. Di quella cultura che aveva grande rispetto per la risorsa acqua, che ne faceva un uso parsimonioso ed era in grado di stoccarla in grande quantità attraverso la capillare gestione del territorio, è rimasto poco o nulla.

Oggi tranne in qualche piccola realtà che mostra all’interno delle case grotta un sistema artificiale di raccolta delle acque, la città sembra essersi dimenticata di questa sua attitudine millenaria. Non è un caso che interi quartieri periferici e i Sassi stessi vengono periodicamente inondati da eventi calamitosi che un tempo dovevano essere visti come una benedizione.

Il torrente Gravina che in tempi remoti era certamente venerato dai materani ante litteram e che anche noi dovremmo considerare come il motore generatore, se non proprio come padre della nostra città, versa in condizioni vergognose.

Il risultato è che oggi Matera per la prima volta nella sua storia non è più autosufficiente per l’acqua.

Per questo Matera Civica porrà particolare attenzione al tema, sia dal punto di vista culturale che amministrativo.

Uno degli obiettivi principali che ci porremo sarà il risanamento ambientale e naturale dell’intero alveo del torrente di Matera per far tornare al suo naturale splendore, farla diventare quella che è sempre stato, un luogo magico, ricco si storia in cui scorre acqua limpida e fresca.

Una volta ridato dignità al nostro canyon porremo Matera nel posto che merita, al centro di un Mediterraneo sempre più assetato. Promuoveremo l’uso e il riuso corretto della risorsa, in centro come in periferia; il tema dell’acqua diverrà uno dei capi saldi culturali dello sviluppo della Città di Matera attraverso una rete internazionale di interesse, di studio e di sperimentazione.

A nove anni dai referendum del 2011 è ancora lunga la strada verso una gestione del servizio idrico sottratta a logiche di mercato e di profitto. Le sfide imposte dai cambiamenti climatici, rispetto ai quali la comunità scientifica è concorde nell’affermare che avranno effetti molto rilevanti sulla risorsa idrica in termini di disponibilità, richiedono di mettere in campo una radicale inversione di tendenza rispetto all’attuale modello di gestione basato su una logica di mercato e di massimizzazione dei profitti.

Tale inversione riteniamo che si possa realizzare unicamente con la ripubblicizzazione del servizio idrico e un nuovo sistema di finanziamento basato sulla leva tariffaria, sulla finanza pubblica e la fiscalità generale in grado di garantire gli investimenti necessari per la ristrutturazione delle reti idriche, la tutela quali-quantitativa del bene acqua e, in ultima analisi, il diritto all’accesso a un bene vitale.

Gli Enti locali devono impegnarsi a persegure l’obiettivo di salvaguardare e promuovere la proprietà, la gestione ed il controllo pubblici dell’acqua, intesa come bene comune e a considerare l’accesso all’acqua nella quantità e qualità sufficienti alla vita come un diritto umano, in un contesto di salvaguardia delle risorse idriche e di sostenibilità ambientali e altresì di cooperazione e di solidarietà internazionale.

Aria

Matera pur non essendo una grande città industrializzata presente alcune emergenze che rendono la qualità dell’aria che respiriamo problematica.

Il traffico cittadino mal gestito ha creato e crea in alcune aree una situazione che ci si dovrebbe aspettare in una grande metropoli, non certo in una piccola cittadina di provincia. Un inquinamento percepibile da chiunque ma mai monitorato dalle istituzioni o quanto meno mai reso noto alla popolazione.

Altri nodi mai del tutto risolti, questa volta di tipo industriale, incombono sulla nostra città.
Sono anche questi solo percepiti dalla popolazione soprattutto in determinate condizioni climatiche, perchè è assente o quanto meno sconosciuta un’attività di monitoraggio ambientale della qualità dell’aria in particolare nell’area nord della città dove si accumulano le emissioni di due noti presidi industriali contenenti pericolose sostanze nocive.

Matera Civica intende innanzi tutto mettere in piedi una rete pubblica di monitoraggio della qualità dell’aria, un’azione trasparente che possa mettere in evidenza le eventuali criticità esistenti attualmente e spingere le industrie che emettono tali sostanze, a dotarsi di adeguati impianti tecnologici per ridurle anche attraverso modifiche dei propri cicli produttivi.

Verde pubblico

Matera spesso balza agli onori della cronaca per il fatto di essere una delle città con la maggior quantità di verde pubblico in relazione alla popolazione. Chi vive a Matera sa però che questo non è vero.
E’ un dato che viene fuori perchè furbescamente qualcuno include nelle aree verdi della città la parte presente dall’altra parte della Gravina che ricade nel Parco delle Murgia Materana

E’ facile constatare stanno purtroppo in modo differente, specialmente nei nuovi quartieri in cui è praticamente impossibile scorgere delle aree verdi, fatta eccezione per qualche aiuola spartitraffico mal tenuta.

Il tema del verde pubblico inteso come spazio attrezzato e manutenuto è uno delle criticità della città di Matera che fu tra le prime in Italia a dotarsi di un piano regolatore. Il piano Piccinato tra le altre cose prevedeva un parco pubblico urbano che avrebbe dato la possibilità ai cittadini di andare da una parte all’altra della città senza mai attraversare una strada, un grande sogno.

Di quel piano di cui la città avrebbe potuto farne vanto internazionale, non sono rimaste che piccole aree all’interno di quello che comunemente viene chiamato centro direzionale e che un tempo era parte integrante di quel parco.

Una variante dopo l’altra, le amministrazioni cittadine guidate dal partito del mattone si sono mangiate per per pezzo quel parco e oggi, fatta eccezione per alcune aree presenti nei quartieri storici degli anni 60 e 70 e di alcune aree destinate a parco pubblico, ma mai realmente nate, la città è totalmente cementificata.

I pochi parchi realizzati in città sono chiusi, alcuni gridano allo scandalo per la loro storia amministrativa; questi spazi vitali per i cittadini sono ostaggio della politica clientelare, la stessa che impedisce l’assegnazione di alcune strutture sportive al loro naturale e normale uso.

Tutto questo con Matera Civica cesserà per il semplice motivo che non abbiamo clientele da soddisfare, il nostro fine è il bene comune e il benessere dei cittadini materani.

Tutti gli spazi verdi e i parchi saranno affidati alla gestione dei cittadini, delle associazioni, delle cooperative sociali, dei pensionati e dei volontari. A questi saranno dati tutti gli strumenti per la manutenzione e la gestione dei beni, sotto la supervisione di un ufficio dedicato al verde pubblico.

Gli spazi sportivi, le palestre e le piscine verranno invece affidate tramite bando pubblico a coloro i quali rispetteranno le prescrizioni di legge e concorreranno regolarmente ai bandi pubblici.

Fermare il consumo del suolo

Il contenimento dello sviluppo edilizio è il nuovo orientamento indicato da un documento, elaborato dalla Commissione europea (Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, settembre 2011), nel quale viene fissato il termine ultimo entro il quale "non edificare più su nuove aree" e dall’indagine dell’ISPRA del 2018 sul consumo di suolo.

L’arresto del consumo di suolo è ormai una priorità non più rinviabile e non bisogna aspettare il termine del 2050 per raggiungere l’obiettivo del consumo di suolo zero. La Città, secondo la nostra visione, deve tornare ad essere un modello di urbanità, come lo è stato nel passato. Oggi, ovviamente, necessita di una visione rinnovata che, però, non ne stravolga il concetto originario e l’esigenza di fare salvo un rapporto equilibrato tra spazio costruito, bisogni, bellezza e socialità.

Gli spazi urbani devono tornare ad essere luoghi per i cittadini. Quello che invece è sotto gli occhi di tutti sono pezzi di città che non dialogano tra loro, dove gli standard urbanistici vengono disattesi e quelli in itinere non sono mai stati discussi in modo partecipato, per cui l’interesse individuale e il profitto diventano l’unico elemento trainante. Si è edificata una città che si estende per più di 15 chilometri, originata da scelte urbanistiche fatte passare per modernità, giustificate distorcendo i termini di sostenibilità e di resilienza. Risultati regressivi che hanno allontanato i luoghi dalle funzioni, che, oltre a creare un processo insostenibile sotto l’aspetto dei costi energetici, ambientali e dei consumi, hanno generato e continueranno a generare gravi costi sociali ed economici.
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